venerdì, ottobre 20, 2006

 

STAND UP

Taccuino n. 34
La povertà abita da noi e questo è risaputo. La povertà non si vince con la demagogia scimmiottante e questo è meno scontato alla luce di quanto si fa e non si fa in questo campo. Sicuramente fa rabbia pensare a quanti appelli sono stati sprecati in questi anni per mettere mano ad una piaga che non ci ha mai abbandonato, tanto da dover spedire fuori regione, a volte oltreoceano, a cercar fortuna, circa un milione di lucani. “Cari genitori – scrivevano, con tenere bugie, i nostri emigrati - qui tutto va bene, ho trovato un lavoro che mi fa guadagnare molto e appena avrò messo da parte i soldi per tutta la famiglia tornerò al paese per stare sempre insieme a voi”. Quasi nessuno di essi è mai ritornato ed il triste destino si è consumato nel ricordo di un mondo visto con gli occhi delle notizie mirabolanti che arrivavano nei lontani luoghi dell’emigrazione. A sollecitare il rimpianto per non essere rimasti nella loro terra, contribuiva l’immagine di una Basilicata fuori dal tunnel, moderna e sviluppata, prospera e ricca, finalmente legittimata nello scenario nazionale e mondiale. Come ben sanno quasi tutti, ben altra cosa era, e continua ad essere, la realtà. Un quarto delle famiglie lucane è tuttora povera, non avendo la possibilità di disporre di quei 936,58 € considerati dall’Istat come il limite della moderna decenza umana. Ness’unaltra regione presenta un dato così disarmante, se si tiene conto delle risorse disponibili e dei finanziamenti, copiosamente messi a disposizione dallo Stato e dall’Unione europea, negli ultimi decenni. Eppure, e non venga vista come la solita lamentosa lagna, nulla si fa per superare questa specie di maledizione che grava sul popolo lucano, che anziché cercare di rimuoverla, si preferisce occultarla, edulcorarla, manipolarla. Negli ultimi anni, soprattutto, la povertà della maggioranza del popolo lucano è stata tenuta nascosta ed all’immaginario collettivo è stata offerta l’immagine di una realtà virtuosa, che possedendo acqua e petrolio in abbondanza e che avendo saputo spendere i soldi dei trasferimenti statali ed europei, si configurava come una specie di Yemen o di Liechtstein italiano. In realtà non si trattava di nessun nuovo eldorado ma, tutt’al più, del “villaggio della stentata sopravvivenza” che ha sempre funzionato sulla regola dell’uno per tre: una carota e tre bastonate, un contentino e tre consensi elettorali, un posto di lavoro e tre disoccupati, una promessa a noi e tre affari per loro. Come con il reddito di cittadinanza solidale, con le royalties del petrolio, con i fondi del terremoto, tanto per richiamare qualche esempio. L’ingordigia non può che generare povertà. E così è stato, tanto da fare della Basilicata una specie di regione “low cost”, dove i cittadini per forze di cose devono vivere a basso costo, quasi al pari del miliardo di persone povere che vivono nei paesi in via di sviluppo del terzo mondo. Un popolo abbandonato a se stesso, trascurato e, spesso, anche fastidiosamente redarguito. Alzati e cammina, così si pongono, con impropria irriverenza, coloro che avrebbero dovuto. per missione, per dovere e per coscienza, risolutamente intervenire per impedire che tanti giovani pargoli lucani fossero costretti a prendere il largo per trovare riscontro adeguato alle professionalità ed alle competenze conquistate con grande impegno e sacrifici. “Stand Up”, così è stata battezzata l’iniziativa del Comitato per la lotta alla miseria nel mondo. Milioni di persone, il 15 e 16 ottobre sono state invitate a compiere un semplice gesto, quello di alzarsi, per sollecitare il rispetto degli impegni assunti dai governi per combattere la miseria. Anche la Basilicata ha aderito allo “stand up” e sarà curioso sapere se tra coloro che si sono alzati vi sono anche gli esponenti delle amministrazioni che hanno governato e ridotto alla povertà gran parte del popolo lucano. Se così è, questa volta, per overdose di demagogia e con una certa dose di incoerenza e superficialità, si sono alzati in piedi proprio coloro che dovevano stare seduti, i tanti coccodrilli della politica e delle istituzioni che non hanno perso l’occasione per fare populismo inutile e fuori luogo. Stand Up contro la povertà! Stand Up contro le ingiustizie! Stand Up per rispettare le promesse! Questi erano gli obiettivi principali dell’iniziativa mondiale a cui hanno prontamente aderito le istituzioni e i politici lucani. Sottotitolo più appropriato: Stand Up, alzatevi imputati.
Gianmatteo del Brica


Comments:
Anche questa volta non posso non condividere questa lucidissima analisi.....
Per anni ho conestato al Governo Berlusconi di descrivere una Italia che vedevano solo "loro".
Devo amaramente constatare che in Basilicata si verifica la stessa cosa. Con una maggioranza al potere diversa da quella che ha governato l'italia fino a pochi mesi fa.....
 
Mi conforta molto la tua considerazione caro ASTRONIK soprattutto perchè avvalora l'idea che non è "ineluttabile" la deriva alla quale, seppure con sfaccettature diverse, le due coalizioni vorrebbero condurci: quella di un sistema oligarchico verticistico a cui obbedire se vuoi rimanere in gioco. Da questo punto di vista, anche la tua analisi sulla ripresa autunnale è molto lucida e non fa sconti a nessuno, come è giusto che sia. Speriamo che ciò contribuisca a rafforzare la consapevolezza che l'attuale meccanismo di richiamo alla cosiddetta appartenenza (acritica) o alla demonizzazione (per partito preso)che proviene dal centrodestra o dal centrosinistra non è altro che l'autoconservazione dei privilegi di ristretti gruppi di potere. Altra cosa è l'impegno legato ad ideologie che non esistono più così come i valori che le dovrebbero alimentare attraverso l'azione quotidiana, tanto è vero che se facciamo lo sforzo per valutare da posizione neutrale il modo di operare che abbiamo sperimentato in questi anni, dobbiamo registrare che i due schieramenti sono perfettamente speculari l'uno all'altro. La II Repubblica non è mai iniziata e ne è prova il fatto che la partitocrazia degli anni ottanta non solo non è stata eliminata ma si è accentuata. Se vogliamo consegnare una qualche prospettiva alle future generazioni c'è bisogno di incominciare ad introdurre vere innovazioni nel sistema politico ed istituzionale ad incominciare dal superamento del falso bipolarismo e del sistema di governo. Un caro saluto. Alla prossima.
 
Al peggio non c'è mai fine....
Il tentativo di creare il "terzo polo" non risolverà di certo alcune delle storture di questa nostra Democrazia.
Follini ha cercato di mettere scompiglio creando "l'Italia di mezzo", sicuramente raccoglierà più di un'adesione ma se non si mette mano ad una seria riforma elettorale ci troviamo a fare i conti con l'ennesimo partito che si aggiunge alla folta schiera....
 
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