Taccuino n. 31
Oramai ci siamo, quasi. La Basilicata, si appresta a diventare teatro, non più immaginario, della “fattoria degli animali”. Sembra trovare sempre maggior riscontro, infatti, la prospettiva che la profezia di Gorge Orwell si stia avverando in quest’area geografica, dimenticata e malgovernata. Il nuovo potere rivoluzionario è quello degli animali! Cani, gatti, scoiattoli, ma soprattutto cinghiali che, ovviamente, a volte assumono sembianze umane, divertendosi ad aumentare la confusione dei tempi odierni, in cui regna sovrano il trasformismo. E’ nota, la favola del gatto, che anziché fare miao miao, faceva bau bau. Non si trattava di nessuno strano incrocio genetico ma, più semplicemente, di un cucciolo furbacchiotto, che vestendosi dei panni di un ben più possente animale, aveva capito di poter intimorire, non solo i suoi simili, ma anche cani, volpi, lupi e quanti altri suggestionati da tale sortilegio. Ebbene, non mancano, anche da noi, i bau bau che in realtà non sono altro che fragili mici, miracolati dai piccoli espedienti che il sistema politico consente loro di mettere in atto, a danno di intere collettività. Ciò contribuisce a non far venir meno il paradosso di un equilibrio che si regge in virtù del fatto che i forti stanno nei punti deboli e i deboli nei punti forti. Ne sono diretta testimonianza innumerevoli esempi di emeriti “sarchiaponi”, immeritatamente alla guida di enti ed amministrazioni. E’ anche a causa della loro incapacità che intere comunità devono sottostare alle leggi degli animali che, man mano, hanno assunto il governo del territorio. Gli scoiattoli, oramai sono diventati preponderanti a Maratea, la cittadina che rappresenta il gioiello più bello del richiamo turistico in Basilicata. Qui, gli egoisti roditori, a cui risultano invisi i visitatori, stanno realizzando un particolareggiato piano regolatore che fa giustizia degli abusi edilizi e degli scempi ambientali, consumati nel corso degli anni. La loro strategia è quella di rendere inutilizzabili le splendide ville e abitazioni, mettendo fuori uso gli impianti elettrici ed irrigui, nonché, distruggendo orti e giardini, colture agricole e piante ornamentali. Semplice ma efficace, per dare scacco matto a turisti e amministratori, soverchiati dalla determinazione degli animaletti, infaticabili anche nella attività riproduttiva, orami quasi dimessa dal genere umano. I cinghiali, ancor di più, scorazzano indisturbati e spadroneggiano in tutto il Pollino, cuore verde della regione dei tanti parchi e non è azzardato ipotizzare che saranno essi gli animali che assumeranno il potere completo dell’intero territorio. Oramai vanno e vengono, dai boschi ai borghi e, come nell’Odissea di Asterix, si sono conquistati un posto d’onore, tanto da primeggiare, nelle cronache, sui rappresentanti e le autorità locali, incapaci di tener testa al loro dinamismo ed alla loro intraprendenza. Dove si divertono di più, i cinghiali, è nei parchi. Lì, distruggono i raccolti, si avventurano nei centri abitati, danneggiano le autovetture, intimoriscono gli abitanti. Tanto, sanno di poter fare affidamento su impotenti complici istituzionali, come i Presidenti ed i Direttori degli Enti Parco, e c’è da giurarci che appena saranno resi operativi il Parco della Val d’Agri-Lagonegrese e quello del Vulture, si trasferiranno in massa anche in quelle zone. Magari per indurre la Regione a fare quanto è stato necessario in un piccolo paese della provincia di Novara, il cui territorio è stato recintato elettricamente, con all’interno gli abitanti, per difenderne la incolumità. Grandioso! A quei cinghiali bisognerebbe conferire la medaglia al merito, per aver finalmente svelato la reale portata dell’attuale idea gestionale dei parchi, burocratica e vessatoria per la gente, più che per gli animali. Ben venga, allora, il governo delle aree naturalistiche, da parte dei cinghiali. Può darsi che riescano laddove i governanti hanno fallito, costringendo, ad esempio, le compagnie petrolifere ed il governo ad istituire la “zona franca” e non a “farla franca” con gli spiccioli elargiti per assicurare qualche divertimento in più agli amministratori regionali e locali. Fossimo in Vincenzo Folino, prossimo Vice Presidente della Regione in occasione del prossimo rimpasto, da novello “fattore Jones” , tenteremmo subito un accordo con “cinghiale Napoleon”, per scrivere insieme, non importa se a quattro mani o a sei zampe, i comandamenti di un governo, in tal modo, inequivocabilmente “cinghialoso”. D’altronde pochi sanno che i cinghiali (Sus scrofa) oltre ad essere presenti nelle nostre zone ancor prima della comparsa dell’uomo, possiedono quarantasei cromosomi, esattamente quanti ne hanno i nostri governanti, con i quali potrebbero ritenersi, pertanto, perfettamente intercambiabili. Seguendo lo schema usato da Orwell nella fattoria degli animali, avremmo le seguenti accoppiate: il vecchio Maggiore-Folino, Napoleon-De Filippo, Palla di neve-Colangelo, Clarinetto-Nino Grasso, Gondano-Nardiello, Benjamin-Fierro, Berta-Antezza, Mollie-Mastrosimone, Mosè-Latronico, Minimus-Ulderico Pesce, il fattore Jones-Emilio Colombo, Pilkington-Vendola, Frederick-Bassolino. Sul tenore dei comandamenti, esistono pochi dubbi e, in sostanza, ricalcheranno uno schema ben preciso: 1) Qualunque cosa viaggi con le sue idee, è un nemico; 2) Qualunque cosa si trascini a fatica o svolazzi intorno, è un amico; 3) Nessun essere “cinghialoso” deve indossare casacche non filigranate; 4) Nessun essere “cinghialoso” deve dormire sonni tranquilli; 5) Nessun essere “cinghialoso” deve bere direttamente alla fonte; 6) Nessun essere “cinghialoso” deve uccidere senza un preciso ordine; 7) Tutti i “cinghialosi” sono uguali, ma alcuni sono meno uguali degli altri!!! Sintesi del nuovo statuto regionale?
Gianmatteo del Brica
# posted by gianmatteo del brica @ 1:13 AM