mercoledì, settembre 06, 2006

 

MINUETTO STONATO

Taccuino n. 26
Si riparte. Con la rubrica e con il “minuetto”. Non quello musicale, ma quello ferroviario. Forse. Il condizionale è d’obbligo, non fosse altro, per il fatto che stiamo parlando di uno dei tanti annunci estivi che, è il caso di dirlo, quasi sempre rispecchiano il detto che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Ebbene, anche la Basilicata si aggiunge alle regioni che hanno messo mano alle proprie casse per contribuire a far circolare sulle anguste linee ferroviarie lucane l’ultimo gioiello di treno, appunto il tanto propagandato “minuetto” di Trenitalia, firmato dal noto designer Giugiaro che, a partire dal prossimo 17 settembre, dovrebbe debuttare sulla tratta Potenza-Napoli. Saranno risolti, così, i problemi che da sempre affliggono il principale mezzo di trasporto pubblico? Manco a dirlo. Ci vuol ben altro che un minuetto, per evitare di sentire la solita musica, gracchiante e stantia, proveniente da grammofoni col disco incantato. Eppure ci erano state promesse sinfonie armoniose, o marce vigorose, se questo fosse stato necessario, per giungere, finalmente, ad eliminare quella piaga di arretratezza terzomondista che tuttora contraddistingue lo stato dei trasporti pubblici in Basilicata. Basti pensare che, dopo l’apertura delle prime tratte ferroviarie, la Bari-Matera di Km 75,800, il 15 agosto del 1915 e la Potenza Inferiore-Scalo Pignola di Km 12.130, il 23 Gennaio del 1919, negli anni a seguire furono aperte altre quattordici tratte ferroviarie nel territorio regionale, dopodiché, a partire dal 21 aprile del 1934, con l’inaugurazione delle tratte Altamura-Avigliano e Altamura-Acerenza, iniziò il processo inverso, quello, cioè, della chiusura e della dismissione di gran parte delle linee ferroviarie interne. La Basilicata, oggi, è servita da soli 356 Km. di strada ferrata, per il 93% a binario unico e per il 42% non elettrificata, su cui transitano appena una cinquantina di treni. Roba da far rabbrividire gli abitanti delle infinite distese cinesi o delle sospese montagne peruviane. Tanto che, fino a poco tempo fa, Parlamentari e Consiglieri regionali, non hanno lesinato nessuna critica e nessuna minaccia al Governo ed alla dirigenza delle Ferrovie, per richiamarli ad ottemperare al dovere di eliminare la vergogna dell’indicibile degrado del servizio ferroviario in Basilicata. Bene, giusto, è così che si fa, commentarono in molti, allorché l’attuale sottosegretario all’economia, Mario Lettieri e l’attuale assessore regionale ai trasporti, Franco Mollica, denunciarono, con interpellanze parlamentari ed iniziative istituzionali, le inaccettabili inadempienze del governo e delle ferrovie dello stato. Da allora non è successo più nulla, se non il cambio di guida politica in Italia. Unica ragione, bisogna supporre, del silenzio sulla “questione” trasporti in Basilicata, interrotto solo dall’annuncio del miracolo, manco a farlo apposta, da parte dello stesso assessore che minacciava fuoco e fiamme. Ora, a parte il fatto, che i miracoli avvenuti dopo che le tragedie si sono consumate risultano, più propriamente, semplici palliativi, se non vere e proprie prese in giro, va tenuto conto che, semmai il “minuetto” calcherà le nostre linee ferroviarie, non si tratterà di nessun miracolo, quanto, piuttosto, di un ritardato adempimento. Infatti, forse senza rendersene conto, è stato proprio il responsabile regionale del settore, nel pieno del furore pre-elettorale, a ricordare che la Basilicata è l’unica regione italiana a non essere dotata dei nuovi treni regionali, a far presente i continui disservizi e la scadente qualità del servizio offerto da Trenitalia sulle linee ferroviarie che interessano la Basilicata, ad evidenziare l’inadeguatezza delle infrastrutture esistenti, la mancata elettrificazione della Potenza-Foggia, l’eterna attesa del collegamento di Matera con la rete nazionale. Tutta di colpa di quelli di prima ma, allora, di chi è la colpa se la Basilicata sarà esclusa dalla linea ferroviaria ad alta velocità Napoli-Bari? E dove l’azzecchiamo l’euforia di un treno, sì bello a vedersi, ma addirittura con meno posti a sedere delle vecchie carrozze? E ancora, di quale rilancio del trasporto ferroviario si parla, se su quattro milioni di persone che nell’esodo di ferragosto hanno utilizzato il treno in Italia, soltanto tremila hanno circolato in Basilicata? Non vorrei essere il solito puntiglioso dissacratore e neanche il caustico distruttore di illusioni ferroviarie, ma la storiella del “minuetto” che restituisce ai lucani la fiducia nel trasporto ferroviario, non mi convince proprio. Così si tratta di un “minuetto” stonato. I treni, non importa quanto siano gradevoli, ciò che importa è poterci salire sopra e poter scendere alla stazione giusta.
Gianmatteo del Brica


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